[ 1a figura inesistente ]
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Ancora una volta: “consideriamo, a titolo di esempio, un mezzo assai comune: un paio di scarpe da contadino…”
Se, ora, inseguendo certe mie discutibili vaghezze si può anche smarrire il sentiero maestro, altri se ne possono incontrare. La ricchezza del bosco risiede infatti nella ragnatela dei varchi, spesso insidiosi, che si trovano lì appunto per invischiare la preda di passaggio.[1] Così, nell’anfratto di uno di questi tortuosi passaggi, trovo scritto:
… - Si sta parlando forse di filosofia? di psicologia? - mi interrompete per chiedermi.
Ebbene sì, si sta parlando di economia.
La bolla speculativa dei tulipani ricorre più volte nelle sue lettere. E’ il ricordo persistente di questa prima grande crisi economica che colpì l’intero continente nel 1637, a tenerlo a distanza da questi fiori - che dipingerà solo una volta, guardandoli da lontano in un campo?
l “centro di percezione” è un “centro di riscossione” attraente - piacevole, però, solo per colui che incassa. Le parole della metafisica ci hanno forse portato, dritti dritti, in una Banca? La lingua spesso fa riecheggiare nell’aria i giuochi delle parole, per cui c’è poco da fidarsi. Tuttavia mi sembra proprio che, passando da queste parti del bosco, certi tipi abbiano lasciato le tracce di una medesima essenza concreta; tracce solo olfattive, e certo inconsistenti per il formalismo scientifico (della filosofia o dell’economica) ma non per l’informale naso di un… cercatore di funghi, ad esempio. |
[1] - «Parigi è Parigi, amico mio, di Parigi ce n’è una sola.» [Vincent van Gogh, Parigi 1886, lettera 459a ad Horace Man Livens] - « A proposito dei boulevard interni abbiamo spesso menzionato i passages che vi sfociano. Recente invenzione del lusso industriale, questi passagges, sono corridoi ricoperti di vetro e dalle pareti intarsiate di marmo, che attraversano interi caseggiati, i cui proprietari si sono uniti per queste speculazioni. Sui due lati di questi corridoi, che ricevono luce dall’alto, si succedono i più eleganti negozi, sicché un passaggio del genere è una città, anzi un mondo in miniatura nel quale chi ha voglia di fare acquisti può trovare tutto ciò di cui ha bisogno.» [Guida illustrata, Parigi 1852] - « La maggior parte dei passages parigini sorge nei quindici anni dopo il 1822. La prima condizione del loro sorgere è l’alta congiuntura del mercato tessile. Cominciarono ad apparire i magasins de nouveauté, i primi établissements che tengono grossi depositi di merci. Essi sono i precursori dei grandi magazzini.» [Walter Benjamin, Parigi. La capitale del XX secolo,in Angelus novus, Giulio Einaudi Editore, Torino 1962, p. 140]. Insomma, la riproducibilità dell’opera d’arte, prima di presentarsi come una esigenza particolare dell’arte stessa, si afferma come una necessità generale dei rapporti di produzione dell’intera epoca limitatamente al suo sviluppo tecnico.
[2] - Marx, Lineamenti fondamentali …, La Nuova Italia editrice, Firenze 1971, pag. 213. [3] - Vincent a Theo, Nuenen 28 ottobre 1885 (n. 537-429). Cenni sulla bolla finanziaria dei tulipani si trovano ancora nella lettera a Theo da Nuenen il 6 dicembre 1883 (n. 409-344) e alla madre il 21 ottobre 1889 (n. 811-612); vedi i due brani in Materiali, qui sotto [4] - Per quanto di una qualche utilità; prima fra tutte, quella di ricordare che ci muoviamo ancora su un sentiero interrotto. [5] - Pietro Chiodi, dal Glossario di Origine Ni68, cit., p.352. – Vedi inoltre § successivo. |
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§ [ 1° figura inesistente ]
Nota 3- “Ogni forma di commercio artistico che aveva a che fare con l’arte vera iniziò a fiorire entro pochi anni. Divenne però un’impresa troppo largamente speculativa – ed è così anche ora – non dico proprio così – dico semplicemente troppo; ed essendo una speculazione, perché non dovrebbe avere lo stesso andamento del commercio dei bulbi? Mi dirai che un quadro non è un tulipano. Naturalmente c’è una enorme differenza e naturalmente io che amo i quadri, ed i tulipani per nulla, me ne rendo conto benissimo… Potrei dilungarmi all’infinito sull’argomento, ma senza insistervi ulteriormente penso che sarai d’accordo con me nel ritenere che nel mestiere del mercante d’arte ci sono molte cose che in futuro potranno ben dimostrasi bolle di sapone. [Vincent a Theo, Nuenen 6 dicembre 1883 , n. 409-344]. “I prezzi elevati di cui si sente parlare, pagati per il lavoro di pittori che sono morti e non sono stati compensati così nella vita, è una sorta di tulipanomania da cui i pittori in vita traggono più svantaggi che vantaggi. E potrà anche passare come la mania dei tulipani. Si può ragionare, però, che sebbene la tulipanomania è ormai lontana e dimenticata, i produttori di fiori sono rimasti e rimarranno. E questo riguarda anche la pittura, che rimarrà una sorta di fiore che cresce. E quanto a me ritengo di avere la fortuna di esserci dentro. Ma il resto! Questo per dimostrarvi che non bisogna farsi illusioni.” [Vincent alla madre, Anna van Gogh-Carbentus, Saint-Rémy-de-Provence 21 ottobre 1889, n. 811-612]. |
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ARTICOLI DA VIAGGIO mezzi di trasloco e altre restituzioni |
parte quarta H.D.S. MAROQUINERIES
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